Blog di Letteratura ed altro

Categoria: Recensioni Page 3 of 9

GIULIA NOTARANGELO legge «Mr.me» di MAURIZIO EVANGELISTA.

POETA

Ho provato
a sfondare
pareti
di parole

Ho cercato
la chiave
della tua
ricerca

di SENSO.

(1° giugno 2018) A Maurizio
G. NOTARANGELO, Quel che resta, Tabula fati 2018

GIULIA NOTARANGELO legge «L’inattesa letizia del giardino» di SANDRO MARANO.

Una poesia accattivante, una poesia che ti fa sentire a casa, viva, immediata, verde pur in una veste semplice, ma raffinata.

Una poesia ricca di ascendenze eppur originale, una poesia che riesce a coniugare sogno e realtà, ad amalgamare cuore e ragione, Natura, uomo ed Ecologia. E tutto avviene in maniera “lene” (Non è facile fare verde). In questo caso chi scrive riesce a rendere poesia lo slogan e il senso della sua Associazione di appartenenza, Fare Verde.

«La guerra di Lia» di SILVA GANZITTI (n.116).

Il desiderio, la curiosità di conoscere da vicino la scrittura di chi, “per mestiere”, segna il cammino a chi si inoltra in questo mondo, oltre al titolo suggestivo, La guerra di Lia, mi hanno invogliato alla lettura di questo testo.

Il mio vuole essere una specie di omaggio o meglio di cortese attenzione verso siffatta “arte”. Complici gli Stati generali Tabula Fati e le lezioni di Silva che ho avuto il piacere e l’onore di seguire per ben due volte.

DANIELE GIANCANE tra realtà e sogno nella lettura di MARCO IGNAZIO DE SANTIS (n.116).

Shakespeare nella commedia La tempesta (atto IV, scena 1a) mette in bocca a Prospero, duca di Milano e mago, la frase: «Noi siamo della stessa sostanza di cui son fatti i sogni, e la nostra breve vita è circondata da un sonno».

Dunque, se dobbiamo credere a questo assunto, l’effimera esistenza umana è sostanziata e avvolta dalla dimensione onirica. Meditando sul sogno, Daniele Giancane si è soffermato sull’incipit del poemetto The Dream di Byron: «Duplice è la nostra vita: il Sonno ha il suo proprio mondo, / un confine tra le cose chiamate impropriamente / morte ed esistenza».

ENIO MINERVINI legge «Appunti di un buonista» di VITO DAVOLI.

Ad un certo punto qualcuno bisognava che lo dicesse; e Vito Davoli lo dice.

   Lo dice che il discorso razzista e discriminatorio di chi vuole chiudere le frontiere alla sofferenza umana e lasciare morire chi fugge da sofferenze inimmaginabili non può agire nel discorso pubblico e privato in modo indisturbato.

GIULIA NOTARANGELO legge «Per Luigi non odio né amore» di GIANNI ANTONIO PALUMBO (n.116)

Ben scritto, poliziesco (?), labirintico, ma non è tutto qui. Tanti ambienti circoscritti e una girandola di personaggi. Ogni capitolo è una storia a sé, quasi una monografia. Ci ho messo un po’ ad addentrarmi in questa lettura anche perché il giallo, come recita il frontespizio, è un genere che frequento poco.

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