Irlandese, frequentò occultisti e le società teosofiche. Vince il Nobel 1923. Oltre alle sue straordinarie raccolte di poesia, ebbe il merito di raccogliere fiabe e racconti del popolo irlandese.

Io la vorrei, soprattutto, sapiente in cortesia.
Non si ottengono i cuori come un dono, ma i cuori
Soltanto la cui bellezza non è perfetta possono meritarli; eppure molti, che pure giocarono con la bellezza,
furono resi saggi dalla grazia, e molti
miseri che vagarono e amarono e pensarono se stessi
a loro volta amati, non possono
da una ridente tenerezza distogliere gli occhi.

Solo in giocondità si possa dedicare a un fine,
solo in giocondità siano le sue contese,
oh, possa vivere come un verde alloro,
radicato in un luogo estremamente caro

…L’odio intellettuale è la peggiore cosa.
E così lei ritenga maledetta ogni passione partigiana…

Possa il suo sposo condurla in una casa

dove ogni cosa sia tradizionale
e rituale; perché arroganza e odio sono come
merci venduti ai crocicchi delle grandi strade.
Come potrebbero innocenza e bellezza
essere nati se non dal rito e dalla tradizione?

Qui, assieme alla grande sonorità, alla sinuosità della parola, ci sono alcuni dei grandi archetipi del grande poeta irlandese: l’invito alla gentilezza come la migliore delle virtù, il respingimento delle ideologie, l’adesione alle tradizioni, al mito, al rito come fondanti una civiltà. In ogni caso, un capolavoro (di cui ho riportato solo alcune parti).

Daniele Giancane