Blog di Letteratura ed altro

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Quando il sogno diventa realtà. Il premio letterario “Terre di Puglia” a Santeramo in Colle (n.116).

Non so quali siano i vostri sogni, ma posso parlarvi del mio che da anni era chiuso nel cassetto. Da tempo meditavo un premio che mettesse i libri al primo posto e che puntasse sulle Case Editrici pugliesi. Trovare i finanziamenti, si sa, non è cosa facile, ma ho capito che nella vita ogni tanto bisogna saper osare. Ora vi racconto come è andata.

DRAGAN MRAOVIĆ (1947-2022): poeta e traduttore, ponte culturale tra Serbia e Italia.

Si vive e non si comprende mai abbastanza il confine tra la vita e la morte. Quando un affetto scompare si squarciano i veli e si barcolla tra l’incredulità e il reale. Il tempo da ‘soggetto’ sonnacchioso diventa improvvisamente il nemico su cui scagliare dardi impietosi. L’ansia ti serra la gola e annaspi tra dubbi e incertezze. Ti chiedi se sia tu ad essere nel mistero o se l’opacità dei giorni ti abbia negato di comprendere il senso vero dell’esistere.

È scomparso DRAGAN MRAOVICH, l’uomo dei “ponti”.

La notizia giunge come una schioppettata: Dragan Mraovic, il vecchio amico, l’uomo con cui abbiamo costruito dei ‘ponti’ letterari e dei rapporti umani indimenticabili tra poeti italiani e poeti della Serbia, è morto improvvisamente.

Nuove presentazioni di «SURREALIA. Segnali dall’Oltre e altri racconti» a Lecce e on-line.

Riprende a “correre” – dopo le necessarie ristrettezze dovute alla pandemia – il volume di racconti 𝙎𝙪𝙧𝙧𝙚𝙖𝙡𝙞𝙖. 𝙎𝙚𝙜𝙣𝙖𝙡𝙞 𝙙𝙖𝙡𝙡’𝙊𝙡𝙩𝙧𝙚 𝙚 𝙖𝙡𝙩𝙧𝙞 𝙧𝙖𝙘𝙘𝙤𝙣𝙩𝙞, frutto dell’esperienza artistica e stilistica del 𝗟𝗮𝗯𝗼𝗿𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼 𝗝𝘂𝗮𝗻 𝗥𝗮𝗺𝗼𝗻 𝗝𝗶𝗺𝗲𝗻𝗲𝘇 diretto dal prof. 𝗗𝗮𝗻𝗶𝗲𝗹𝗲 𝗚𝗶𝗮𝗻𝗰𝗮𝗻𝗲.

Presentato il numero 117 de LA VALLISA presso l’Auditorium Odeion di Giovinazzo.

Splendida serata quella di ieri sera presso 𝗔𝘂𝗱𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝘂𝗺 𝗢𝗱𝗲𝗶𝗼𝗻 di Giovinazzo, un teatro, un piccolo gioiello, nel quale si è presentata la nostra rivista letteraria 𝗟𝗮 𝗩𝗮𝗹𝗹𝗶𝘀𝗮, giunta al suo quarantesimo anno di ininterrotta attività e al suo 𝗻𝘂𝗺𝗲𝗿𝗼 𝟭𝟭𝟳.

GIUSEPPINA GIRASOLI assiste a «Da l’Inferno di Dante all’Ilva di Taranto» di ALFREDO VASCO.

«C’è odore di distruzione» diceva Baudelaire e ieri sera al Barium, il teatro di Bari, se ne sentiva pregna l’aria.
Un’ opera teatrale amara dolorosa, che stringe mente e corpo in un malessere che attanaglia. Un demone era nell’aria, pregnante nella nuvola nera dell’Ilva, qualcosa che si respira nelle immagini proiettate sul telo bianco, nella voce di Alfredo Vasco che legge Dante, nella figura severa di Nicola Accettura, il dottore in bianco con la cartella in mano che legge percentuali e nomi terribili, incomprensibili, fantomatici numeri.

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