Credo che Monica Messa sia – ancorché non tanto conosciuta negli ambiti letterari – una delle migliori poetesse pugliesi del momento. I testi che seguono lo dimostrano ampiamente.

E’ nata a Monopoli nel 1974. Ha pubblicato Poesiole (2018), una raccolta di poesie su vari temi, scritte nell’arco di trent’anni, Seppie Ripiene – Poesie per poche lire (2018) e infine Il Logorio della vita moderna (2021). A settembre 2022 ha pubblicato una plaquet, /imagine: l’universo è nato dall’immaginazione, dove accanto ad alcune poesie edite propone delle immagini generate mediante l’applicazione di Intelligenza Artificiale, Midjourney.

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Ha partecipato a diversi Festival. Alcune poesie sono state pubblicate in blog, riviste cartacee e online (“La Vallisa”, “Frequenze Poetiche”, “Il cucchiaio nell’orecchio”, “Versante Ripido”, “Minima Poesia”, “Versolibero”), nell’annuario Kieff Book, in antologie (La poesia delle donne in Puglia e Odi Alimentari entrambe a cura di Daniele Giancane – Edizioni Tabula Fati, L’isola di Gary e L’isola di Gary – Paesaggi di guerra e di pace entrambe a cura di Maria Pia Latorre – Opera Indomita Edizioni, Schegge e Frammenti – Terra d’Ulivi Edizioni, Poetare Quaderno e Poetare Agenda 2022, Tra parole e immagini a cura di Giorgio Moio – Edizioni Frequenze Poetiche), in diversi blog di poesia e su Repubblica Bari. È nella redazione della rivista di poesia, La Confraternita Letteraria. Alcune poesie sono state tradotte in spagnolo dal “Centro Culturale Tina Modotti”. Cura inoltre un blog e una Pagina Facebook.

FRA CENTO CONTRADE E IL MARE

Fra cento contrade e il mare
scintilla il mio paese.
Distese di ulivi
e terra fino ai bordi,
fino al cimitero
dove riposano
i miei nonni centenari.

Onde di vacanzieri
a cosce scoperte cavalcano
i nostri muretti spruzzati
di calce. Lì sbucciavamo ginocchia
e lupini alla festa patronale,
innocenti insozzavamo
di spungato il vestito buono,
cuciti avevamo lustrini
di Adriatico, nel cuore e sulla pelle.

Insieme aspetteremo la banda,
l’incantesimo breve
di un Santo nero da raccontare,
con la certezza di apparire in foto
che nessuno stamperà.

SANGUE MERIDIANO

Del mio sangue contaminato
io sento la colpa.
Per ogni nave senza bandiera
per ogni contadino rinnegato e nascosto
per ogni treno lasciato partire
per ogni fratello che ha paura e tace.

Il mio sangue magrebino,
greco, meridiano
venuto dal mare di contrabbando.
Sangue di streghe che l’hanno scampata,
nascoste dietro processioni
e persiane scrostate.
Ho scelto.
Ho scelto di perdere in partenza
la gara a chi è più meridionale.

Daniele Giancane