Blog di Letteratura ed altro

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EDGAR LEE MASTERS: triste storia dell’autore dell'”Antologia di Spoon River” che morì in miseria (n.116)

Quando penso a Edgar Lee Masters, il meraviglioso autore della Antologia di Spoon River, uno dei libri di poesia più importanti del ventesimo secolo, mi prende un po’ di amarezza per le vicende della sua vita.

Nato a Garnett, nel Kansas, nel 1969, visse per diversi anni a Petersburg, una cittadina che col suo cimitero in collina ispirerà il poeta, poi la famiglia si trasferì a Lewistown, dove Edgar visse per dieci anni (Il fiume che bagna Lewinstown si chiama Spoon).

I racconti di ALFREDO VASCO da accapponare la pelle (poesie) (n.116)

Futuraglia

Brodaglia accozzaglia
Deraglia la possibilità like a virgin.
Like, chi più ne ha più ne mette.
Mi metto alla prova.
Uomo provetta.
Uomo.
Siero.
Vaccinoso.
Vaccinato.
Stronzaglie.

Due poesie di ADA DE JUDICIBUS LISENA (n.116)

GIARDINI PENSILI

I mille giardini dei tetti di Milano
sono cupole verdi
aperte al sole penetrate dalla luna.
Sono sogno di boschi e foreste
di savane e praterie.
Sussurrano l’Africa in noi…
…e l’ominide oscilla fra i rami
contende bacche agli uccelli
beve rugiada dalle foglie,
poi sale alle più alte cime
tende braccia alle stelle
e le stelle lo irradiano, divine.

I fastosi giardini pensili di Milano
sono eco delle origini,
miraggio della casa antica
che aveva per tetto il cielo.
Sono zone dell’anima,
nostalgia di un globo giovane
di spazi vergini.
Vagheggiano semplicità tradite.

(Inedito)

Poesie inedite di JOLE DE PINTO (n.116)

L’ESPLOSIONE DI CICLAMINI ROSSI

L’esplosione al balcone
di ciclamini rossi
dalla pioggia irrorati
pur suggestiva
contrasta col dolore del tempo
sul finire di marzo.

Tuttavia
con corolla lucente i ciclamini
si aprono alla preghiera
per uno scarno foraggio del bene
tra ombre che s’addensano
di sortilegi sinistri
si aprono
alla benedizione della sera
sul mondo scesa
sotto il peso del panico
d’un virus allucinato
che tutti ci ingloba
e straniti ci lascia.

30 marzo 2020

Elisabetta Dentice Di Frasso e i «Migliori amici» (n.116)

«Cari bambini d’Italia,
Ascoltate le parole del Duce! Creando una legge per la protezione degli animali Egli ha detto: ‘Abbiate pietà degli animali! Chi maltratta gli animali non è Italiano’. Ed ascoltate la vecchia amica degli animali, che ve ne presenta qui alcuni, perché a nome di tutti vi domandino aiuto e protezione»1.

1 E. Dentice di Frasso, I migliori amici, Moscheni, Trieste 1935, pp. 10-11.

La consapevolezza delle «Contraddizioni» e il «datario con in calce tre puntini» (n.116)

Un nuovo punto di vista sull’opera prima di Vito Davoli a vent’anni dalla sua prima uscita.

A quasi vent’anni dalla sua prima pubblicazione, Vito Davoli decide di rimandare alle stampe la sua prima raccolta di poesie Contraddizioni quasi come sollecito alla memoria e preludio a un discorso lasciato a metà: la pubblicazione del secondo volume della trilogia delle Contraddizioni, appunto, di prossima pubblicazione.

Un testo che ho profondamente amato giacché il percorso emotivo-esistenziale che Vito Davoli compie nella sua opera Contraddizioni sembra finalizzato ad una profonda analisi interiore attraverso la quale il poeta, addentrandosi fin nei più profondi recessi della propria anima («Ecco ora invasa la mia roccaforte fin dentro le segrete»), perviene ad una più precisa consapevolezza di se stesso, della propria arte, del proprio destino («Mi dimeno nel cercare chiarezze e sensi di marcia»).

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