Perdere un amico provoca dolore, perdere un amico-poeta è ancora più straziante, per la comunione d’intenti, la condivisione dei sentimenti e delle esperienze. La scomparsa di Franco Tilena, avvenuta il 17 ottobre 2021, lascia un grande vuoto nella letteratura del Sud e lucana principalmente.

Poeta e narratore, era nato a Ferrandina, in provincia di Matera, il 29 marzo 1934, dove viveva, con qualche incursione soprattutto a Napoli e Bari. Amante delle belle lettere, della natura e degli animali, conduceva una vita quasi ascetica, confortato dalla dedizione dell’amata consorte Graziella Quarta, originaria di Novoli (Lecce), che divideva con lui ogni respiro.

Franco mi telefonò non appena seppe del male incurabile che lo avrebbe distrutto di lì a pochi mesi. «Agli amici veri si confidano le cose belle e quelle brutte» disse con tono risoluto. Poi preferì il silenzio al telefono, ma non mancò di porgermi gli auguri del compleanno a fine settembre scorso. La sua voce non era più la stessa. Gli dissi del mio saggio su Mariolina e Vito De Fano nel quale riprendevo la felice serata trascorsa insieme all’attrice barese nella sua casa. Fu una breve ma intensa conversazione. Ci lasciammo con la promessa di rivederci al più presto.

Ero in partenza per la Polonia quando seppi della sua morte nell’ospedale di Matera, la città che lo aveva trascurato negli eventi di Matera Capitale Europea della Cultura 2019. Tuttavia la sua scrittura rimarrà, a prescindere dalle occasioni.

Uomo di profonda cultura e sensibilità, aveva un debole per i simbolisti francesi che conosceva alla perfezione. I poeti maledetti lo affascinavano e li citava di frequente. Lui si era formato sui classici e sulle opere di Foscolo, Leopardi, Salgari, Conrad, Verne.

Nato in una famiglia borghese, si era dedicato interamente alla scrittura, intrattenendo rapporti culturali con personalità del mondo letterario italiano, tra le quali Walter Tobagi, Guglielmo Petroni, Guglielmo Zucconi, Raffaele Crovi, Gabriella Sobrino, Ettore Catalano.

Esordì giovanissimo. Nel 1958 vinse a Terni il premio nazionale di poesia “Danilo Terzaroli”, con una silloge di versi. Collaborava a riviste e giornali, tra cui il settimanale “Bella” della Rizzoli che ha inserito un suo racconto nel libro Le più belle novelle d’amore, apparso nel luglio 1982.

Poeta raffinato e dai tratti crepuscolari, ha dato alle stampe i seguenti volumi di liriche: Sotto il cielo del sud (Rebellato, 1974), finalista al “Premio Viareggio 1975”, Profumo di ligustri (Rebellato, 1979), “Premio selezione Viareggio 1979”, con prefazione di Guglielmo Petroni, Incontri nella sera (Rebellato, 1986), con prefazione di Petroni e copertina dell’incisore fiorentino Pietro Parigi, Anatomia di un cuore (Rebellato, 1991), sempre prefazionato da Petroni.

Per la prosa ha pubblicato la raccolta di racconti La collina delle ginestre (Rebellato, 1983), “Premio selezione Viareggio 1983” e i romanzi Via Vittorio Veneto (Edizioni Giuseppe Laterza, Bari 1998), con prefazione di Raffaele Nigro, Il casello sul fiume (Guida, Napoli 2008), con in copertina la suggestiva opera “Binario tra i papaveri”, tratta da un olio dell’architetto Nello Nicastro e Rose rosse sul lago di San Giuliano (Edizioni Menzella, Ferrandina 2017). Tra gli inediti figurano il libro di poesie Elegie sul Basento e il romanzo erotico Katia e le altre.

Tilena, oltre alla scrittura, praticava la musica e componeva canzoni. Inguaribile romantico, ha dato voce agli emarginati. Cantava la bellezza della natura lucana come pochi sanno fare. Conosceva il nome di piante, erbe, fiori e buona parte dell’universo ornitologico per il quale spesso lo consultavo. L’amore, le colline, le vallate, il fiume Basento, la malinconia sono coordinate importanti della sua scrittura che si colora di erotismo, gestito con toni caldi e delicati.

Nella prefazione a Incontri nella sera, Petroni afferma: «Con questi “Incontri nella sera” Tilena ha composto un poemetto d’amore, un diario sentimentale di ben rara sincerità. […] Quasi disarmante nel suo concedersi senza riserve, Franco Tilena è un poeta che non si assimila alla maggior parte della poesia di oggi, la sua lealtà nei confronti della vita si riflette per intero nella sua lealtà sulla pagina». Dunque un poeta autentico che celebra la sua Musa in ogni istante. L’ispiratrice della silloge Incontri nella sera è Annamaria alla quale dedica versi appassionati. Nella lirica “Come un fantasma”, a p. 48, scrive:

Nella penombra livida della sera
senza stelle
cerco invano un approdo
alla mia malinconia
lungo le strade intrise
di silenzio.
Come un fantasma senza pace
rasento le porte chiuse,
i festoni dei panni sciorinati
al vento,
i muri decrepiti delle case
rannicchiate sulla collina
e mi sento un estraneo.
In un grappolo di finestre
riconosco la tua appena illuminata
e si placa un istante il conflitto
nell’anima mia.

Tilena era anche un abile narratore. In Via Vittorio Veneto¹, «libro di memorie», come egli stesso lo definisce, si ritrovano la sua adolescenza, la vita del paese, gli echi della seconda guerra mondiale, i sogni e le illusioni dei giovani, il paesaggio lucano, con gli Appennini, il Basento, i contadini, i braccianti e gli artigiani. Al riguardo l’accademico e critico letterario Ettore Catalano annota: «non si renderebbe merito alla pagina del nostro scrittore se ci si lasciasse catturare dalle consuete trappole critiche della definizione ultimativa: qui, quel che conta davvero è la sensazione (cupa, a volte, ma affascinante, e, per me, vincente) di un gioco mortale col tempo, una terribile lotta, postuma, nella quale non solo il lettore, ma anche l’autore è parte in causa, in un combattimento nel quale non si prendono prigionieri».²

¹ Da me presentato il 27 agosto 1998 nell’Aula Consiliare di Padula, il 20 marzo 1999 a Bari nella Sede di “Donne e Poesia”, il 18 maggio 1999 nel Liceo Scientifico di Bernalda, poi recensito sulla rivista «La Vallisa», XVIII, 52/53, 1999, pp. 49-51.

² E. Catalano, L’impegno nella scrittura: Franco Tilena e Anna Santoliquido, in «La nuova ricerca», pubblicazione annuale del Dipartimento di Linguistica, Letteratura e Filologia Moderna dell’Università degli Studi di Bari, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, Pisa-Roma, XII, 12, 2003, p. 379.

Del romanzo Il casello sul fiume conosco vari personaggi. Tilena li attingeva dalla realtà e li mescolava col sogno, caricandoli di sfumature romantiche. Il ritratto di Ciccillo è particolarmente riuscito: «Era un uomo rude, sanguigno, violento, soprattutto con gli animali, che, a volte, bastonava a sangue». Splendidi sono i brani nei quali disegna il paesaggio lucano: «Era estate e scendeva la sera sulla infuocata valle del Basento. Lievi vapori galleggiavano sulle anse argentee del fiume, illuminato dal plenilunio. Un esercito invisibile di grilli sciorinava le sue più belle melodie d’amore, rotte ogni tanto dal gracidare roco e monotono delle rane del pantano». Comincia così il romanzo, con incedere poetico che rimarca l’essenza della scrittura dell’Autore. Il linguaggio scivola come un buon bicchiere di Aglianico, a tratti sospeso, a tratti lucido e reale.

Con l’amico ferrandinese ho trascorso giornate memorabili. Insieme viaggiavamo sulle tracce di Scotellaro, Mazzarone, Pierro, Sinisgalli. Visitavamo paesi e borgate per incontrare artigiani, poeti e pittori. Franco frequentava i Maestri Luigi Guerricchio, Nicola Pavese, Gaetano Dimatteo, Nicola Filazzola, Michele Zuccaro e altri. Nel suo palazzo signorile ha ospitato intellettuali e attori, tra i quali Riccardo Cucciolla, Raul Bova, Donato Placido, la già citata Mariolina De Fano, il giornalista Rai Giuseppe Silvestro e la sottoscritta. In estate, a Natale, Pasqua e alla festa di San Rocco, patrono di Ferrandina, giungevano i suoi cordialissimi inviti a cui era difficile resistere.

Negli anni abbiamo costruito un ponte solidissimo tra la città materana, Forenza (mio paese di origine) e Bari. Franco partecipava alle attività del Sindacato Nazionale Scrittori e del Movimento Internazionale “Donne e Poesia” che organizzavo nel capoluogo pugliese e di cui era socio (i recital di poesia e prosa, le presentazioni di libri, i convegni internazionali di “Donne e Poesia”, i “Gran Gala di Musica e Scrittura”, la “Notte Bianca della Poesia”, ecc.).

Gli piaceva conversare con gli spiriti eletti e intrecciare nuove amicizie. Nei momenti di relax declamava Baudelaire, il poeta preferito, e leggeva i suoi inediti. Poi, con il candore di un liceale, chiedeva il mio parere. Mi mancherà lo scrittore di Ferrandina, mi mancheranno i suoi scherzi, l’ironia e la genuinità del sentire. Il paese natale dovrà custodire e valorizzare la sua produzione creativa, poiché un autore con le qualità di Tilena non nasce ogni giorno.

Concludo con lo stralcio di alcuni versi di un testo inedito di cui mi ha fatto dono a maggio 2021. La lirica “Non ti seguirò” rende perfettamente l’attaccamento del poeta al sito natio e suona come una premonizione:

[…]
Sono il custode fedele
dei miei ricordi
che ogni sera rivivo
sotto gli archi vetusti
e nelle stradine deserte
del mio paese natio.
Sono il custode geloso
dei miei morti
che dormono in eterno
laggiù
tra quel verde ciuffo
di cupi cipressi.
[…]

Anna Santoliquido