Vive a Laterza in provincia di Taranto. Laureata in psicopedagogia all’Università degli studi Aldo Moro di Bari. Ha lavorato nella Scuola prima come docente e poi come Dirigente Scolastico.

Da sempre interessata alla scrittura, nel 1989 vince il primo premio al Certame di Poesia dialettale I Paesi. Cura la pubblicazione di libri per ragazzi di Racconti e di Poesie Fuori Tema Edizioni Dellisanti Massafra. Racconti; Pace vo cercando su strade di Canto, Poesie. Edizioni Dellisanti Massafra.

P. SANNELLI, Il dono della nuora, PROGEDIT 2017

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Nel 2017 pubblica il romanzo Il Dono della Nuora Edit Progedit Bari. Finalista al Concorso Megamark di Trani. Nel 2021 partecipa alla raccolta di Poesie a cura di Daniele Gincane Odi Alimentari. ED. Tabula Fati.

PANDEMIA

Stanno
Nell’attesa
Le case stupefatte
di strade larghe.
Senza di noi.

La città è invasa
di profumi di lillà
L’erba crepa l’asfalto
il fiordaliso sorride
all’angolo del vicolo

La città è caduta
nel baccano degli uccelli
Superbi i falchi
riposano sul torrione
Le gazze
sui pali della luce
Senza di noi. La quiete.

Dietro la porta chiusa
si torce
e si consuma il giorno
Aspetto e resisto

Verrà all’improvviso
forse non visto
a sbocciare come un perdono
per tanto morire
un ristoro per tanto penare
Deve venire
ostinate sono le ragioni
del cuore.

LATERZA

Odore di lentisco
pane sfornato
lento passare delle ore
sulla meridiana del campanile
di San Lorenzo
In un silenzio come d’inedia.
immobilità sigillata.
E il morso del cuore
quando l’anima ha bisogno
di altri paesi.
E pare non avere più la sua patria.

Paese mio abbandonato
rinnegato nel fischio
di un treno affollato
Ad aspettarmi nell’ordine
tarmato delle cose.

Lontano spacchetto memorie
esplode un raggio di sole
sul vetro della mia casa
Riconosco le tue nuvole
passare nel cielo
La luna sospesa sulla Gravina
Nell’accento di un vecchio
riconosco la tua lingua bambina
e la ripeto come un rosario.

Sono scesa e salita
Ma oggi sono tornata
Per sempre.
Ti porto i miei occhi
Il mio respiro le mie ossa
Sono sempre stata di questo Paese.
Anche prima di nascere.

MI TIENI

E mi tieni
Passero l’ala spezzata
ti ho dato me stessa
le notti insonni
i lunghi sorsi di cielo
bevuti al chiaro di luna

Mi tieni imbracata
questo sporco lenzuolo
ti ho dato spighe di grano
e papaveri rossi
in albe remote

Mi tieni avvinta
in una catena dorata
la capigliatura odorosa
marea vagabonda
di onde turchine

Mi tieni la mano a fare
silenzio del grido
sulla bocca tumefatte ciliegie
Ti ho dato il sole vergine
il profumo del timo
i tramonti di porpora d’oro
La mia non scritta poesia.

Mi tieni sotto il calcagno
i desideri e i tremori
Stelo nel vento soffiato
battuto da oriente a ponente
di questo orizzonte
Io donna di vele e radici di ulivi.

Ti ho dato la mia anima
diafana come fondo di cristallo
muto e offuscato.
Tu mi tieni e mi scavi
spogli i turgidi seni
di latte rappreso
ti ho dato la divina assenza degli occhi
Ogni forma e libbra della mia carne

Tu mi tieni strozzato in gola il respiro
Ti ho dato il cuore
potrebbe contenere persino le stelle
Lascia la presa perché
Io possa volare fin dove
giunge la vita e inizia la notte.

Appendi le mie scarpe in cucina
Abbi cura di te. Ci guarda il destino.

Daniele Giancane