Alcuni testi di Loredana Lorusso sono già apparsi nel numero scorso de ‘La Vallisa’, con una breve nota biobibliografica che informa come svolga la professione di biologa e come – a brevissimo – sarà stampato il suo primo volume di versi: Menù à la carte. Certo è che Loredana Lorusso si va ritagliando una sua originale specificità nell’ambito della poesia, quello di una scrittura erotica: erotismo come felicità del vivere, gioco di seduzione, momento in cui quasi l’intera vita viene riscattata.

Tutto, nella Lorusso – esseri umani, animali, piante – viene visto sotto l’egida dell’attrazione sessuale, di questa energia universale irresistibile, vero motore della vita. La novità è, oltre alla ‘leggerezza’ con cui l’Autrice canta l’eros, il fatto che sono pochissime poetesse ad avere capacità (e voglia) di dedicarsi alla scrittura erotica ,che tutto sommato resta un tabù.

In questo numero 118 della rivista ‘La Vallisa’ Loredana Lorusso partecipa con un testo di poesia per l’infanzia assai legato al tema della guerra (ed è un testo di grande levità, una fiaba amara), seguito da altri testi che tornano alla sua dimensione di poetessa dell’eros, dell’amore come unica cosa (o quasi) che davvero conti e dia senso all’esistenza.

Aprile

Aprile disse a Marzo:
-Fammelo tu un favore.
Quest’anno non mi va
di colorare aiuole.
Non voglio più portare
ai fiori il primo sole.
Dare agli uccelli in nido
dolcezza del tepore.
Non voglio risvegliare
scoiattoli e serpenti.
Non voglio più evocare
teneri sentimenti.-
-Ma dico sei impazzito-
replicò forte Marzo.
-Dicono che sia io
a dare poi di pazzo.
Non s’era mai sentito
che un mese rinunciasse
a ciò che gli compete
da tempo a questa parte.-
-Lo so e ti chiedo scusa.
Ma sono un po’ avvilito.
Quest’anno fallo tu
quanto sarà di rito-
Disse la Primavera:
-Aprile non mancare!
Come farò se resti
quest’anno a riposare-
Aprile non rispose
e con il capo chino
decise di stravolgere
di Marzo il suo destino.
Disse la rosa al pesco
vedendolo fiorire:
-Ho ancora freddo addosso
sai dirmi dov’è Aprile?
Stento ad aprire i petali
dei miei boccioli chiusi.
Cosa dirà poi Maggio?
Che cosa vuoi che annusi?-
Aprile le rispose:
-Porta pazienza rosa.
Quest’anno sulla terra
non c’è che sangue e guerra.
Quale sarebbe il senso
di questa primavera?
Credi che all’uomo importi
ancora dei colori
se i semi del suo cuore
germogliano dolori?
Credi che a loro servano
ancora i nostri doni?-
Rispose allora Maggio
sia pure bambino:
-Fintanto che una rosa
voglia fiorire ancora,
finché ad Aprile voce
un fiore non implora,
all’uomo sarà data
ancora una speranza.
Sebbene di una guerra
rimanga una minaccia,
sebbene resti l’ombra
tra i fiori di un fucile
falla fiorire quella rosa, Aprile.-

Uccelli

Ma cosa si diranno
gli uccelli tra di loro
La stessa lingua parlano
o ognuno ha il proprio coro
Rondine o l’usignolo
anche se son diversi
gorgheggiano tra loro
cantano stessi versi
Acuti, grevi, lievi
striduli o sussurrati
riportano alla mente
sogni dimenticati
Ricordano bambini
coinvolti in un bel gioco
Non stanno li a pensare
chi conta o vale poco
Potessimo imitarli
guardando dritti al cielo
Potessimo parlarci
squarciando questo velo
d’odio, d’indifferenza
che ci contraddistingue
Anche a pelle diversa
anche a diverse lingue
saremmo come loro
fratelli sotto il cielo
e senza guerre attorno
liberi per davvero.

Loredana Lorusso

Calla

Candida cornucopia
stracolma d’eleganza
Quanto d’erotico può contenere un fiore
che la bellezza incarna nel suo nome
Femmina nella corolla
Nuda conchiglia avvolta su se stessa
Virile nel pistillo
che come spada
penetra fino in fondo il fiore
Eterea nell’aspetto
Piena di grazia
Tutto di lei rimanda ad un amplesso
Sinuosa nel suo carnoso stelo
Converte in innocenza
dell’eros l’indecenza.

Viola

Non ho io della rosa l’alterigia
O della margherita
il punto di domanda
Meno del giglio la candida purezza
Non ho del girasole l’entusiasmo
Io della viola porto l’erotismo
Spogliami lentamente
delle mie foglie a cuore
Farò del suo profumo seduzione
Sarò di viola velluto tra le dita
Prova a toccarmi
nei petali nascosti alle farfalle
Fammi più ardita
Allarga bene il centro
dove gialleggia il nettare
E come fossi un’ape
di questo prova a prenderne
Idrata nel profondo
pure le mie radici
Fammi fiorire
Non lasciarmi in boccio
Di te, come tu fossi Marzo,
completamente goccio.

Meringa

Nuvole su un tavolo adagiate
Su quel vassoio sembrano ovattate
Le guardo ingorda e ingoio
Prima di assaporarle
Voglie di bocca esortano
Invitano a toccarle
Sembrano fragili
Van prese con i guanti
Le penetro coi denti
Son nuvole croccanti
Morsi leggeri e lenti
Come complici amanti
Sottile godimento
Su labbra, lingua e gola
ipersalivazione
la mente adesso vola
un fiume d’eros è il gusto
di zucchero e vaniglia
mugolo di piacere
stupore meraviglia
che dire delle briciole
adese sulle dita
vien voglia di leccarle
succhiarle divertita
si scioglie quel boccone
come una tentazione
sembro ingoiare il nulla
ma è pura seduzione
Paga del suo sapore
Sebbene sembri sesso
È inutile che finga
Ho amato una meringa.

Slegami

Slegami
Polsi e Vene
Slogami
Come sai fare tu la mente
Slargami
Il desiderio imbozzolato
Slentami
La guepiere del pudore
Slacciami
La lampo dell’ardore
Slabbrami
Dell’innocenza i lembi

Credo

Credo nell’amore
onnipresente
nato non so come
prima di questo tempo
pancia e cuore
battito e respiro
sangue vero da sangue vero
generato e non creato
della stessa sostanza del peccato
per mezzo di lui ogni cosa ha un senso
per noi uomini e per la nostra esistenza
nell’anima si è incarnato
e ne ha fatto palpito
nasce e muore più e più volte
per poi dalle sue ceneri risorgere
siede ad aspettare
per giudicare chi non l’ha onorato
credo nell’eros
che è vita e dà la vita
e che dal corpo è glorificato
e dalla mente appagato
scagli la prima pietra chi per lui non ha peccato
professo entrambi
e aspetto la mia risurrezione
che per essi avverrà.

Parole

Fanno le mie parole
Con te spesso l’amore
Ruotano attorno a te
parola per parola
avanti e indietro
stringono a maglie strette
Sbattono Fuori e Dentro
Strisciano a pelle
Ti prendono davanti anche di dietro
amore orale
A volte dolce, a volte in un crudo
Coito verbale
Ti succhiano qui e là
Ti leccano piano
Con solo un movimento
della lingua all’insaputa
Ti portano a godere
Fino a lasciarmi muta

Non so

Non so
se arco o freccia sei
tra le mie mani
Di te ho il bastone oppure la carota?
chi la canna tra noi
e chi l’umida esca
Non so
se l’ascia sei per me o la mattanza
sei la bacchetta oppure lo spartito
o il ferro adeso su la calamita?
solo la lingua sa
per partito preso
chi tra di noi è parola
e chi per-verso

Tienimi

Tienimi la mano
Anche se non più bambina
Tienila nella tua
In questa notte sgualdrina
In questo buio salito dall’inferno
In questo macabro disegno
Tutto è paura, puzzo di sudore
Passi affrettati
Della morte il rumore
Accartocciati in un angolo
Mummificati dal terrore
Tienimi la mano
Ricordami l’amore
Fammi sentire di un corpo vivo il peso
Le braccia intorno
Il desiderio acceso
Fammi sentire il fuoco
Che non sia di un’arma
Fammi sentire viva
Prima che sia un fantasma
E se temessi che
Sporchi la guerra il nome
Di questo sentimento che chiamavamo amore
Stringimi quella mano fino a farmi male
Anche se è solo sesso
Puro istinto animale
Sarà non certo resa
Una bandiera bianca
Di fronte all’eros sfido
La guerra a farla franca.

A tua immagine

A tua immagine e somiglianza
la mente mia lasciva
fermi mi tiene i polsi
E Scivola…scivola
Sempre più giù sinuosa
tra i vicoli nascosti
Sesso che tocca sesso
Lingua a lingua
Una messa in tuo onore
Ma non per il tuo spirito
mi inginocchio ma per l’ardore
Qualunque cosa sia
faccia pure di me
ciò che lei vuole

Tocco

Qualunque cosa tocchi
è te che tocco
Io so di te
perché di te ho il sapore
Qui sulla lingua
dove non c’è pudore
Di te soltanto
mi lascerei macchiare le lenzuola
Dall’eros che trasudi
che nella gola cola
Nel laccio del silenzio
tu mi blocchi
Dimmelo ancora
cosa vuoi che tocchi
Il ritmo dei tuoi fianchi
a questo tavolo imponi
Io muta ti contengo
senza obiezioni
Come drizzarti la mente
lo so solo io
Il gioco è ad armi pari tra gli audaci
Sulla tua bocca ansimo
così come fa il vento
quando tu gli piaci.

Daniele Giancane