Eugenio Montejo (1938-2008) è stato una grande presenza nella letteratura venezuelana. Poeta (per gli adulti e per l’infanzia), animatore culturale, fondatore di riviste, diplomatico.

Esordì con Elegos (1967), seguito da Muerte y memoria (1972), Algunas palabras (1977)e via dicendo. Fu anzitutto un poeta d’amore, come si evince dalla meravigliosa poesia che segue, sulla casualità (e il miracolo) della vita e dell’amore.

E. MONTEJO, Obra completa: Poesía, (a cura di) Antonio López Ortega, Miguel Gomes, Graciela Yáñez Vicentini, Editorial Pre-Textos 2021

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La Terra girò per renderci più vicini,
girò sul suo asse e su di noi
finché finalmente
ci ricongiunse in questo sogno.
Lascia che ti ami fino a quando girerà la terra
e gli astri inchinino i loro crani azzurri
sulla rosa dei venti.
Galleggiando, a bordo di questo giorno
nel quale per caso, per un istante,
ci siamo destati così vicini.
Ho potuto vivere in un altro regno, in un altro mondo,
a molte leghe dalle tue mani, dal tuo sorriso,
su un pianeta remoto, irraggiungibile.
Avrei potuto nascere secoli fa
quando non esistevi in nulla
e nelle mie ansie di orizzonte
potevo indovinarti in sogni di futuro,
ma le mie ossa a quest’ora
non sarebbero che alberi o pietre.
Non è stato ieri né domani, in un altro tempo,
in un altro spazio,
né giammai accadrà
quantunque l’eternità lanci i suoi dadi
a favore della mia fortuna.
Lascia che ti ami fino a quando la terra
graviterà al ritmo dei suoi astri
e ad ogni istante ci stupisca
questo fragile miracolo di esser vivi.
Non abbandonarmi fino a quando essa non si fermerà.

Daniele Giancane