In questa specie di antologia dei testi letterari che formavano l’educazione alla poesia del tempo che fu, molti erano gli autori italiani rappresentati – da Pascoli a Carducci, da D’Annunzio a Leopardi, da Ungaretti a Quasimodo.

Il metodo degli antologizzatori era quello di estrapolare dalla poesia dei grandi Autori i testi ritenuti adatti all’infanzia, quasi mai di scegliere testi scritti appositamente per l’infanzia.

Così l’educazione alla poesia avveniva con pagine di grande spessore, magari a volte non semplicissime, ma – come scrisse Umberto Eco in una sua lettera – perché mai dovremmo dare ai nostri ragazzi cose semplici, che non facciano per nulla pensare?

Così la seguente Specchio di Salvatore Quasimodo era molto presente ,pur essendo un test di tenerezza verso la natura, con qualche parola inusuale. Lo stupore di fronte al rinnovarsi del mondo vegetale, al suo eterno rifiorire. Una grande poesia.

Salvatore Quasimodo (1901-1968)

Ed ecco sul tronco
si rompono le gemme:
un verde più nuovo dell’erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto,
piegato sul botro.

E tutto mi sa di miracolo;
e sono quell’acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c’era.

Daniele Giancane