Credo che uno dei compiti essenziali dell’impegno letterario (che è tale e non un gioco) sia quello – più che di parlare di se stessi – di ricordare i poeti che hanno attraversato le nostre vite e che hanno avuto una sorte avversa.

Tempo fa ci siamo interessati a Giuliana Brescia, una meravigliosa poetessa di Rionero, morta suicida a Bari molti anni fa. Ma di Rionero era anche Iolanda Parisi.

Dunque, l’estate del 1998 una ragazza – assieme ad una sua amica – mi viene a trovare lassù, nell’eremo di San Fele, dove trascorro larga parte dell’estate. Mi dice, a bruciapelo: vorrei pubblicare un libro di poesie, ma lei mi deve dire se ne vale la pena. Ma, se è il caso di farlo, dobbiamo pubblicarlo presto. Prestissimo. Perché ho il cancro al seno in fase avanzata. Se muoio, voglio lasciare una traccia di me.

Lessi le sue poesie, mi convinsero e l’aiutai a pubblicare Frammenti di donna, che ora ho qui davanti. Naturalmente cercai di rincuorarla, come si fa in queste occasioni: vedrai che supererai il problema, ce la farai, eccetera, ma non ce la fece, morì poco tempo dopo. Io però ho qui il suo libro e lo sfoglio:

Cammino tra la folla,
odo soltanto lo scricchiolio
dei miei passi che avanzano, lenti,
nella strada buia.
I colori dell’estate si perdono

e vanno a morire in un cuore solitario.

Proseguo nella lettura e riscopro la profonda sofferenza interiore di questa ragazza, la sua disillusione di fronte all’amore, la sua enorme solitudine (sofferenza più grande del cancro che aveva preso possesso di lei):

Nel dolore
si consuma il dì di festa,
nel fumo di un’altra sigaretta.

Mi sento come una foglia
Incapace di reagire al vento,
che si stacca piano,
contesa dalla nostalgia
e dalla tristezza.

E, se la vita è dolore ed essere se stessi è impossibile, ci si può solo rifugiare nella ‘maschera’ pirandelliana:

Ogni giorno si apre il sipario

e reciti la tua parte
davanti alla macchina della vita.

Poesia/frammento, di grande trasparenza. Un diario di vita realistico e persino crudo. Una testimonianza di dolore e di ‘inaderenza’ al mondo.

Ma io ho qui il suo libro di poesie. Lei non c’è più, ma una sua traccia è qui (e certamente in altre case di Rionero). Un frammento della sua anima è sempre qui con noi.

Daniele Giancane