Come s’è detto, troppo spesso la poesia lucana viene ristretta solo ai tre grandi: Scotellaro-Sinisgalli-Pierro, ma ci sono stati e ci sono tanti altri validissimi poeti: si è fatto cenno a Gina Labriola, oggi accenniamo a Pasquale Totaro-Ziella, nato a Senise nel 1950 (deceduto nel 2018), animatore culturale, autore di numerose raccolte di poesie, intellettuale che ha fondato riviste e diretto case editrici.

Pasquale Totaro Ziella (1950-2018)

La poesia che riporto è di grande spessore: non è facile scrivere della propria fanciullezza utilizzando un linguaggio così originale e al contempo evocativo.

Come posso scordarmi la mia fanciullezza
con i miei compagni gridavamo alla strada
al naso colato il muco maledetto a giornate
battevamo a linguate la mosca insilente alla bocca
al braccio pulivamo al labbro lucente a chiocciola.
Come posso scordare la mia fanciullezza
con i miei compagni sbraciavamo al focolare
alle sere disabitate le patate dolci ai carboni
aprivamo al fuoco lento il pinolo alla pigna
alle manciate scuotevamo la vianova ai gelsi.
Come posso scordare la mia fanciullezza
con i miei compagni scaldavamo ai sacconi fruscianti
al mattone bollente i geloni chiatrati alla luna.

Daniele Giancane