Ode alla poesia

A te
musica divina
che agiti e tormenti
l’anima;
a Te
astro immortale
che pieghi l’ansia
nei fecondi petti
dedico con l’entusiasmo
del neofita quest’ode
senza orpelli furiosi,
senza rimpianti,
senza nomi.
O fonte sempre nuova,
terra feconda
che dai il tuo pio humus
alla pallida mano
dell’umano consunto
a pensare a Te
amata sirena,
il cui canto
irrompe nel silenzio
assordante della stanza
dove disamore
attende lui
nuovi infiniti oscuri
disegni o doni
di nuove visioni.
Perdonami, o purissima,
se adesso ti saluto,
è giunta per me
l’ora del tramonto.
Se rimani ancora
forse domani
c’incontreremo nuovamente
qui, nei sentieri sognati
della vita.