Luigi Bressan, nato ad Agna (PADOVA) nel 1941, si trasferì da adolescente in Friuli, dove ha a lungo insegnato in un liceo. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, tra le quali citiamo El zhervelo e le mosche. Scrive nel dialetto di Agna ed è ritenuto tra i più importanti poeti dialettali veneti. Il testo che segue è un gioiello, una lirica riflessione attorno alla poesia stessa.

PUISÌA

Vurìa scrìvare ’a pì bela puisìa ca so’ malà de ela
– no tanto da murire –
pa’ spéndarla come ’a moneda pì fruà o forse pa’ cantarla, pa’ donarla o pa’ butarla via.
El vento me ’a torìa dae man,
da’ sbacjo dea boca sensa on baso
pa’ tegnèrla tel vaso dea so sen,
che ’l porta sol verde e sol brusà.
El me farìa contento che, persa,
’a sercarìa e anche tuti i altri ne vurìa.

POESIA

Vorrei scrivere la più bella poesia, ché sono malato di lei
– non tanto da morirne –
per spenderla come la moneta più frusta o forse per cantarla,
per donarla o per gettarla via.
Il vento me la toglierebbe dalle mani,
dalla bocca socchiusa senza un bacio,
per tenerla nel vaso della sua sete,
che porta sul verde e sul bruciato.
Mi farebbe contento che, persa,
la cercherei e anche tutti gli altri ne vorrebbero.

Luigi Bressan

Daniele Giancane

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