Più il tempo passa e più sono affascinata dal potere della parola e catturata dalla magica terra dalla poesia che testimonia il nostro vissuto, la correlazione tra noi e il mondo, le nostre capriole nel vento, quell’anelito di luce e d’infinito. Poesia che si fa abbraccio, concerto di voci, che cattura col suo potere rigenerante e avvolgente, testimonianza dell’uomo e della sua forza creativa, della sua intima essenza, energia vitale, forza aggregante dell’universo che tutto muove.

Affascinata dall’incontro con la poetessa Grazia Stella Elia e dalla sua poesia in dialetto e in lingua italiana, vibrante di musicalità e forza espressiva, radiosa di luce, versi carichi di vita, di amore universale. Mi commuove risentirla; la sua voce calda e premurosa, la sua grinta mi avvolgono piacevolmente. Mi parla di sé, della sua lunga militanza impegnata nella ricerca delle parole, nel voler dare dignità letteraria al dialetto, delle amicizie, dei maestri incontrati durante il suo percorso e con cui si è confrontata, attraverso lo studio continuo e appassionato.

La nostra conoscenza risale agli anni 80, quando più volte ho avuto l’opportunità di incontrarla durante i lunedì letterari organizzati da Daniele Giancane, coordinatore del gruppo dei poeti de “La Vallisa” operante a Bari.

Una poetessa che immancabilmente ogni lunedì dalla sua Trinitapoli raggiugeva Bari e poi la sede di Via Cattaro, luogo mitico della Poesia. Erano gli anni delle sue prime pubblicazioni, delle sue ricerche, del suo instancabile lavoro di ricerca e recupero del dialetto casalino che l’hanno portata a pubblicare il Dizionario del dialetto di Trinitapoli, con prefazione di Manlio Cortelazzo, postfazione di Giuseppe De Matteis, Levante editori, Bari, 2004, un monumentale vocabolario del dialetto di Trinitapoli, per la salvaguardia e la valorizzazione della civiltà tradizionale e della cultura del meridione.

G. S. ELIA, Canti dell’ulivo, FalVision 2015
G. S. ELIA, Dizionario del dialetto di Trinitapoli, Levante editore 2004

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Poi il silenzio degli anni, gli impegni, il lavoro frenetico, il Covid-19, per riscoprirla tra le pagine dei social, a pieno titolo definita La Poetessa Degli Ulivi.

A TE SOMIGLIO

A te somiglio
pensoso ulivo,
nel faticoso mio andare
con il corpo che vacilla.
Mi hanno ferita gli anni,
le pene, le morti,
i distacchi amari;
eppure ho la forza di proseguire.
Anche tu, più a lungo di me,
vai avanti con le tue gobbe,
le tue deformazioni,
le tue cicatrici.

Trinitapoli, 2 novembre 2009
(Canti dell’ulivo” FaLvision Editore Bari, 2015)

Non potevo che rientrare nella sua rete, io che con gli ulivi ho un dialogo costante, i suoi tronchi, i suoi rami hanno tenuto a battesimo il mio canto.

Squarciare il velo del silenzio, ristabilire contatti e ricucire l’amicizia sul filo rosso del ricordo e ricominciare a dipanare il gomitolo della poesia aggrovigliato in tanti anni di distacco, pronto a riprendere il mare e ridare fiato alle vele.

La poetessa degli ulivi

Mi informo sul suo instancabile e variegato lavoro poetico e letterario, sulle sue opere, sulle sue ricerche, sullo studio accurato e meticoloso del dialetto confluito poi, dopo vari anni, nella pubblicazione del vocabolario.

Leggo nei suoi versi il canto d’amore per la sua città, il territorio circostante, la bellezza dei luoghi che ha descritto con grande efficacia, non distogliendo mai lo sguardo dal resto del mondo e soffermandosi in molti testi, sugli affetti più cari, i ricordi dell’infanzia, l’amore, motivo di gioia e di sofferenza, di malinconica attesa.

Mi colpisce la tenacia, l’instancabile passione per il suo lavoro di docente, l’abbraccio della poesia, il confronto con gli ulivi simbolo di questa nostra terra. Ecco come gli ulivi vengono definiti dall’autrice: patriarchi forti e gentili,… angeli verdi / tormentati; teneri di nidi, … silenziosi giganti / attenti alle voci del vento…

Grazia Stella Elia esordisce: «Non sarei quella che sono, / se non fossi nata qui, in questo paese che amo, in questa pianura / dove un tempo – ora non più – / i mandorli, tra febbraio e marzo, / si vestivano da spose / con le chiome di un bianco rosato / e i campi si mutavano in sogni».

Si sofferma a parlarmi di sé, degli anni dell’adolescenza, della sua scelta di dedicarsi all’insegnamento, degli autori che hanno caratterizzato i suoi studi, del carteggio letterario con Joseph Tusiani, un fiume in piena, una donna, una studiosa a tutto campo, un poeta con ancora tanta voglia di confrontarsi, raccontare e dire di sé al mondo.

Biografia e Bibliografia

Mandorli fioriti
sto sognando,
ciliegi di bianco ornati 
come candidi altari, 
peschi dal brillante color ciclamino,
albicocchi rosati
[…]

Un aroma portami, 
vaga primavera,
che di giovinezza sappia
e di vita. 
Accendi in me la rosa!

da Un aroma di te – Alle radici dei versi, Progedit. Ed. BA, 2020

Grazia Stella Elia è nata e risiede a Trinitapoli (Foggia); rappresenta la voce narrante più caratteristica del territorio; ha svolto lungamente la professione di insegnante, trasmettendo agli alunni l’amore per la poesia e per il teatro. Fin da giovanissima si è dedicata allo studio del dialetto “casalino” (un tempo Trinitapoli era denominata Casal Trinità), ad organizzare eventi e iniziative culturali; ha diretto un gruppo folkloristico-teatrale pugliese, ha collaborato, con sue poesie a trasmissioni radiofoniche.

G. S. ELIA, Alle radici dei versi, Progedit 2020

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Nel 1995 ha rappresentato l’Italia al XXXII International Meeting of Writers di Belgrado, presentando la relazione “Preghiera per il XXI secolo”. Ha diretto i Corsi dell’Università della Terza Età.

Collabora con saggi, articoli e recensioni a vari giornali e riviste. I suoi componimenti sono stati tradotti in lingua serbo – croata e in inglese dal poeta italo – americano Joseph Tusiani.

Suoi testi, in dialetto e in lingua, sono presenti in svariate antologie e in diversi articoli a cura di Daniele Giancane, Marco I. de Santis, Giovanni Amodio, Angelo Lippo, Salvatore Francesco Lattarulo ed altri.

Nel 2004 ha pubblicato il vocabolario del dialetto di Trinitapoli, contribuendo alla salvaguardia e valorizzazione della civiltà tradizionale. Nell’anno accademico 2008 – 2009 Vincenza Russo si è laureata presso l’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti – Pescara discutendo la tesi sul suo percorso letterario.

Molte le opere pubblicate dagli anni 60 ad oggi: Il cuore del paese (Foggia 1991), La sapienza popolare a Trinitapoli (Fasano 1995), Le opere e i giorni della memoria (Bari 1996), Versi d’azzurro fuoco (Foggia 1997), Paràule pèrse (Foggia, 1999), Dizionario del dialetto di Trinitapoli (Bari 2004), Il matrimonio e altre tradizioni popolari (Bari 2008), L’anima e l’ulivo (Bari 2011), Canti dell’ulivo (Bari 2015),Aspettando l’angelo (Bari 2017),Alle radici dei versi,Progedit. Ed. (BA), 2020.

PERCHÉ VI AMO

Perché vi amo, ulivi?
Da sempre innamorata
sono di voi,
patriarchi forti e gentili
della Puglia,
madre amorosa
che di sole e di luna
voi e me nutre.
Tanto vi amo,
angeli verdi
tormentati
di sofferenza e di stagioni.
Lungo e severo il tempo
rami e foglie vi piega
senza fiaccare l’energia,
la linfa magnetica e solare
che in oro liquido si trasforma
a benedire ogni tavola.
La riccia chioma amo,
la fioritura minuta
le drupe verdi e nere
i nodi che la spina dorsale
affliggono,
i vostri canti silenti
nel coro animato degli uccelli,
il confondervi con l’azzurro
e il grigio del cielo.
Impensabile la mia terra
senza ulivi.

da Canti dell’ulivo – Bari, FaLvision Editore, 2015

Alle radici dei versi

Sfogliando i suoi testi emergono i temi fondamentali della sua poetica, prevale l’amore incondizionato per la natura, per la sua terra e per gli ulivi che sente vicini e molto simili a lei, emerge la grande diponibilità per i giovani, uno sguardo che spazia verso l’infinito in dialogo costante con quel Dio che tutto ha predisposto per noi, con l’intimo desiderio di essere da Lui consolata. Joseph Tusiani, la saluta come “la poetessa degli ulivi, che degli ulivi canta la forza, e agli ulivi affida i destini della nostra terra di Puglia”.

“Ricami di parole” definisce Maurizio Rossi i versi dell’Autrice, versi mai scontati, che nascono da una mente profonda e da un cuore attento – grandi doti della Elia, come grande è la sua umiltà: “io tento…con la certezza/ di mai raggiungere/ la perfezione.”

La poetessa con versi lievi e delicati ma sempre incisivi, sa coinvolgerci emotivamente nel suo sentire fino a farci udire il palpito del cuore, le vibrazioni dei sensi, il trasporto emotivo verso i suoi percorsi di vita, puntando sempre al raggiungimento della verità delle cose narrate.

Ha dato voce alla sua terra, salvaguardando il ricco patrimonio storico artistico e culturale, si è soffermata a valorizzare le tradizioni, gli usi e costumi della sua comunità, la bellezza del paesaggio del Tavoliere di Puglia, gli ulivi maestosi, la lingua dialettale, utilizzando la poesia!

La raccolta “Versi d’azzurro fuoco”, pubblicata nel 1997, quando Grazia Stella Elia aveva 66 anni, si presenta come un canzoniere d’amore, il racconto di una storia giovanile che riemerge dai ricordi, piena di entusiasmo e di genuinità, rivissuta con l’immaginazione e il fuoco della maturità, ma con voce fresca e sorprendente.

Le composizioni di questa silloge, piane nello stile e nel ritmo, di grande musicalità, intense e ricche di riferimenti alla realtà contemporanea, avvincenti nel contenuto, confermano la fecondità poetica e umana dell’autrice.

Il libro è stato molto apprezzato dai critici secondo i quali raccoglie l’eco dei lirici greci e segna una nuova e più incisiva fase poetica nel percorso letterario della poetessa. «Vibrare ti sento / d’amore, / del tuo amore / di fuoco. / Un fuoco rosso / sfumato nell’azzurro / della tua grazia» (“A Saffo”).

G. S. ELIA, L’anima e l’ulivo, Levante Editori 2011

Le raccolte successive L’anima e l’ulivo (Bari 2011), Canti dell’ulivo (Bari 2015),si pongono in continuità con le tematiche affrontate, riflessioni che accostano il destino degli uomini a quello delle piante, confermando la sensibilità creativa, le sofferenze, le vicissitudini dell’autrice.

SE AVESSI UNA CETRA

Se avessi una cetra,
vorrei che accompagnasse
il mio canto
per le piante,
innocenti creature
che guardano il cielo
e pregano per tutti.
Ospitano ali in danza
d’armonia,
donano agli occhi
meraviglia e magia
e alle orecchie
una musica segreta
che viene da Dio.

da Alle radici dei versi, Progedit. Ed. BA, 2020

Nel 2020 l’autrice pubblica la silloge “Alle radici dei versi”, Progedit. Ed. (BA), con prefazione di Pietro Sisto. In copertina il bellissimo dipinto “Souvenir de Mauve” di Van Gogh (Peschi in fiore, “Souvenir de Mauve” – Vincent Van Gogh, 1888).

Seguendo il flusso delle stagioni l’autrice trae linfa vitale e nuova forza espressiva dal mondo naturale, il mondo delle erbe, dei fiori e degli alberi. Non mancano i ricordi per i propri cari, per gli amici, la mamma che ricamava “riportando con raffinata maestria… fogliami ed arabeschi” sul tessuto; il “vento che gioca/ con le gonne ampie/ e lunghe delle donne” nel paesino dove insegnava; “la malva e la ruta/ salvatutto” per le ferite dell’anima.

La scelta di dedicare la nuova silloge alle piante “…oltre a essere motivata dal mio grande amore per il mondo vegetale, ha un significato emblematico e metaforico riferito soprattutto alle piante arboree, con le loro cime sempre rivolte al cielo, al sole, alla luna e alle stelle. Ha un particolare fascino la loro mira ascensionale, che fa pensare alla tendenza umana a salire, salire” (G. S. Elia).

L’autrice nel testo “Assaggiate” invita a gustare il delizioso nettare dell’ulivo col pane fatto in casa, come un tempo, per assaporarne tutta la sua fragranza.

ASSAGGIATE

Assaggiate, su una fetta
di pane casereccio,
un bel filo d’olio
delle nostre olive
appena frante e spremute.
Sarà come assaporare
quella che i Greci antichi
chiamavano
“ambrosia degli dei”.

Trinitapoli 15 ottobre 2014, da Canti dell’ulivo – Bari 2015

Dina Ferorelli
da internationalwebpost.org

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di Dina Ferorelli a Grazia Stella Elia