Blog di Letteratura ed altro

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«I giusti» di JORGE LUIS BORGES

Oggi propongo un testo straordinario di Borges, forse il più grande scrittore sudamericano di sempre. Che non gli sia stato assegnato il Nobel è uno scandalo!
Come ogni ‘Grande’, nella poesia I giusti capovolge la nostra percezione delle cose. Chi sta cercando di salvare il mondo? Noi risponderemmo: gli ecologisti, gli scienziati, i pacifisti. No, scrive Borges, chi sta cercando di salvare il mondo sono le persone semplici, coi loro umili ma teneri gesti quotidiani.

Il paradiso può attendere (storie di preti) di ALFREDO VASCO (n.116)

26. Donna Amalia (la collezionista)

Poesia e autogestione: una strada maestra. La “gruppeità”: quello in cui crediamo

Dipende da come ci si approccia al pianeta poesia. Se si scrive poesia per ottenere elogi, plausi e riconoscimenti, siamo fuori strada. Peggio ancora se lo si fa, pensando di ricavarne del denaro o larga notorietà.

Se si parte con queste premesse, è meglio cambiare mestiere. Si scrive poesia per intraprendere un viaggio dentro di sé, con la ‘lentezza’ che quest’arte richiede (nessun grande poeta ha scritto poesia di getto, si tratta sempre di scrivere, rivedere, correggere, limare, sino alla stesura finale), tant’è che in questo caso la quantità è relativa: uno può scrivere un solo magnifico libro, nella sua vita, un altro ne può scrivere tanti mediocri.

ENRIQUE SANTOS DISCEPOLO: «Caffé di Buenos Aires» e «Alma de bandoneón» con video

Figura originale, l’argentino Enrique Santos Discepolo (1901 – 1951), poeta, musicista, compositore. Uno di quegli intellettuali a tutto campo, sempre pronti a frasi memorabili: «Come i criminali, i fidanzati e come gli esattori, io ritorno sempre… nella mia arte comico e drammatico si mescolano sempre ,perché così è la vita… per questo io sono un controsenso perpetuo.

WISLAVA ZYMBORSKA: «Il gatto in un appartamento vuoto».

C’è modo e modo di scrivere attorno allo stesso tema. E il modo è sia lo ‘sguardo’ che ha l’Autore davanti all’oggetto della sua ispirazione, sia il temperamento del poeta. E più ancora la diversità è il linguaggio che utilizza.

Per esempio: il gatto, questo animale magico, sovente davvero considerato tale (gli antichi Egizi), un essere flessuoso e imprevedibile, maestro nell’arte del nascondersi e del non mostrare troppo i suoi sentimenti.

GASTON BACHELARD: la poetica del fuoco.

Gaston Bachelard (1884 – 1962) è stato un critico letterario, un semiologo, un filosofo, uno studioso di psicanalisi. Uno di quegli intellettuali a tutto campo che è difficile definire all’interno di un settore di indagine. Un po’ come Umberto Eco o Levy-Strauss.

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