«Leggere poesia è un’avventura della mente e dello spirito, entrare nel mondo poetico di un’altra persona un privilegio. Così mi rendo conto che Cosimo Lamanna mi ha consegnato il suo mazzo di chiavi regalandomi la possibilità di aprire Zolle, uno scrigno di musica, colori, immagini, suggestioni, profondità che sgorgano dalla sua arte musicale». Così Maria Pia Latorrre in postfazione alla nuova plaquette di poesie, fresca di stampa di Cosimo Lamanna, edita da Tabula fati con il titolo di Zolle.

C. LAMANNA, Zolle, Tabula fati 2023

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Non si divide, si moltiplica
Il tempo del futuro
Ciò che credi amore dato
E invece ha la sua traiettoria
Che lo riporta a te
Non si comincia senza stacco
Senza sanguinare assenza
C’è un dolore necessario
Alla meta immaginata.

Non si distorce, ma si amplifica
Il suono grave dell’incerto
Così come l’acuto di ogni volo
L’incognita parabola ascendente
Di questa mia canzone indovinata
Tra il battito leggero che fa l’ala
E l’estendersi infinito del tuo attimo.

In continui richiami fra letture che spesso si intersecano, le fa eco – segno evidente di una poesia comunicativa e particolarmente limpida sul piano tanto linguistico quanto contenutistico – la prefazione di Pasquale Allegro secondo il quale «Cosimo Lamanna ha l’aria seria dei bambini che la vita ha reso poeti un giorno qualunque in cui si trovavano a spulciare le nuvole, volerle raccontare, “il loro assottigliarsi”. Con i versi a incorniciare un volto sorpreso dalle piccole cose. Una poetica delle minime cose che non si risparmia comunque di scavare fino a mettersi a nudo, lasciando di quel disinvolto candore una sensazione quasi carnale».

Se fosse poesia, quest’inchiostro
Sarebbe un abisso di vento
Tempesta sottratta all’amore
Sarebbe l’inverso di questa grafia
Il rovescio di vecchie parole
Un incanto spezzato nel buio
Sarebbe la scia dei tuoi sguardi
Sul precipizio del domani
Sul cielo irrisolto dei “forse”
Sulle incertezze incrollabili
Di tutte le mie verità.
Se fosse poesia, questa storia
Chissà se sarebbe la mia
O forse sarebbe il tumulto
Che scuote nel buio la stanza
Quest’anima – sangue e veleno –
Perduta tra spine e sospiri
Sfiancata da mete ingannevoli.

Se fosse poesia la mia voce
Sarebbe canzone dipinta per te
Quest’aria invisibile e rara
In un sogno che ancora non ho
Sarebbe il tormento incantato
Il risveglio da un altro naufragio
E se fosse poesia questa terra
Sarebbe il riparo mancato
Il pensiero svelato
Che ancora non so.

Non dunque superficialità e leggerezza quanto piuttosto la scelta di una parola «attenta a co-municare, nel senso di trovare significati comuni, condividere e trasferire emozioni» e tutta proiettata alla costituzione di una poetica che «risente i tormenti di chi cerca dalle storie ordinarie degli indizi abbastanza espliciti da costituire un sogno, che si tratti di un movimento compiuto nel sonno o magari di un gesto definitivo, come in un “depositarsi eterno di conchiglia”, quel mormorio, quel rumore sordo di mare lontano trovano un’eco in lui».

COSIMO LAMANNA è nato a Napoli nel 1970, vive a Roma dal 2000, dopo venticinque anni trascorsi a Bari. Laureato in Giurisprudenza, lavora nel settore dei servizi per le Risorse Umane.
Ha pubblicato:
Fiore d’acrilico, versi duemilasedici (Ed. Ilmiolibro.it, 2016); La stanza accanto (Ed. Controluna – Il Seme Bianco, 2018); Inchiostro per il prossimo inverno (Ed. Controluna – Il Seme Bianco, 2019); I giorni prima della felicità, racconti di Rosanna Franceschina e poesie di Cosimo Lamanna, con illustrazioni di Angela Baccani e Irina Mileo (Link Edizioni, 2020); Canzoni controfuoco – Lettere dalla primavera (Tabula fati – Collana Poeti La Vallisa Chieti 2021).
È presente nella raccolta collettiva Odi Alimentari (Tabula fati, Chieti 2020), a cura del Prof. Daniele Giancane.