Voglio accennare alla poesia di Tommaso Perdonò, un poeta vero che -dopo aver pubblicato un paio di libri negli anni Settanta, è poi sparito di scena, per sua volontà, per il desiderio di starsene in disparte.

Chissà quanti poeti autentici si celano, qua e là, che vivono nell’oscurità per loro desiderio. Che scrivono per sé e sono tanto umili da non credere nella loro stessa poesia. Ecco un brevissimo testo da Altre erbe di Tommaso Perdonò:

…andrò
Chiamerò i nuovi luoghi
col nome usato
da me qui conosciuto.
Darò nomi alle vie e ai luoghi,
gli stessi dove le memorie furono concepite

e la scandalosa(per l’epoca):

Chi scaglierà la prima pietra? tu?
Ho amato un uomo.
Chi scaglierà la prima pietra?
Sarai tu, Dio? Voi? Saranno loro?
Tu?
È la verità:
io amo un uomo

e ancora:

…altre erbe rifioriranno
non più i bisbigli nella stanza
dove sono? Dove sei?
Ancora qualcuno parla di te
ancora qualcuno ti chiama.
ma ti sei fatta cenere,
vento, acqua, terra,
conosciuta a qualcuno,
sconosciuta a molti…

Non è una gran bella poesia? Lirica, lieve, che mette in campo la verità dell’essere umano. Con dolcezza, candore. Ci sono, i poeti, ma spesso emarginati (o autoemarginati, per scelta di vita).

Daniele Giancane