Oggi propongo un testo straordinario di Borges, forse il più grande scrittore sudamericano di sempre. Che non gli sia stato assegnato il Nobel è uno scandalo!
Come ogni ‘Grande’, nella poesia I giusti capovolge la nostra percezione delle cose. Chi sta cercando di salvare il mondo? Noi risponderemmo: gli ecologisti, gli scienziati, i pacifisti. No, scrive Borges, chi sta cercando di salvare il mondo sono le persone semplici, coi loro umili ma teneri gesti quotidiani.
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Che c’è di meglio che iniziare la giornata con un capolavoro della letteratura planetaria? L’Aleph di Borges fu pubblicato nel 1949. In realtà è un insieme di 17 racconti che hanno a che fare quasi sempre con la morte, l’immortalità, il labirinto.
Cambiamo registro: dalle grandi altezze sconsolate di Eliot a un altro ‘mostro’ della letteratura mondiale: Jorge Luis Borges ( 1899 – 1886), maestro della letteratura fantastica e filosofica, quello di Storia universale dell’infanzia (1935) e di Finzioni (1944), di Aleph (1949) e del Libro dei sogni (1976 e via dicendo.
È ricca e complessa la natura e l’evoluzione della cultura legata al Tango tanto da un punto di vista squisitamente letterario che come impianto culturale e sociale fin dalle sue origini. Ci si dovrà affidare ai testi degli autori che ne sono stati in qualche modo protagonisti e, fra loro, di certo Jorge Luis Borges può parlare (e il verbo è quanto mai opportuno visto che si tratterà di trasposizioni scritte di conferenze tenute dal poeta argentino di ritorno nella sua terra) per esperienza diretta.