Premessa

Il 5 settembre del 2020 si avviano a Ravenna le celebrazioni per il 700° anniversario della morte di Dante Alighieri avvenuta nella notte tra il 13 e 14 settembre 1321. Convegni, manifestazioni e letture si moltiplicano in Italia e nel mondo perché il grande poeta rappresenta un patrimonio della letteratura e, più vastamente, della coscienza mondiale. Il più prestigioso di tali convegni: Congresso Dantesco Internazionale “Alma Dante 2021”, si svolgerà a Ravenna alla fine di maggio di quest’anno. Le letture di canti della Commedia o lezioni su aspetti particolari, online a causa della pandemia, si susseguono quasi giornalmente: particolarmente attivo il Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali di Ravenna.

Del resto le Lecturae Dantis moderne si inaugurano a Firenze già nel 1899, seguono Roma nel 1914, Ravenna, Genova, Milano e via via altre città, concorrendo al ridestarsi degli studi danteschi, ma mantenendo un’impostazione accademica. A queste, in seguito, si aggiungono anche le letture siciliane (dal 1953), napoletane (dal 1953), etc.

Di maggior impatto su un pubblico interessato, ma non specializzato, sono le letture di attori come Vittorio Gassman, Carmelo Bene, Toni Servillo, Vittorio Sermonti, che è anche critico dantesco. Dal 2015 Franco Ricordi ha dato vita ad una nuova Lectura Dantis, che si è imposta per 3 Continenti, e in Italia ha conseguito un particolare successo nell’estate 2020 a Roma presso le Terme di Caracalla. Affollatissime sono poi le letture di Roberto Benigni, che, oltre a leggerlo, illustra il Canto e per questo è stato criticato dagli esegeti danteschi. Tuttavia ricordo la laurea honoris causa in Lettere attribuita all’attore dall’Università di Bologna nel 2002 con la seguente motivazione: “l’alta qualità interpretativa della Divina Commedia e in genere dei testi letterari e la capacità dell’attore-interprete di rendere il testo accessibile anche all’ascoltatore che mai vi si avvicinerebbe”.

Perché il discorso di Dante diventò improvvisamente d’attualità nel secolo breve? Di fronte alle catastrofi del XX secolo sono numerosi i poeti che traggono forza e ispirazione per i loro componimenti dalle opere di Dante, in particolare dalla Commedia.

È un fenomeno che è stato oggetto di alcuni convegni e che, come lettore di Dante mi incuriosiva: forse studiandolo sarebbe emersa l’attualità di Dante. Come mai molti poeti e qualche scrittore si sono rivolti alla Commedia? cosa li ha interessati dell’evoluzione spirituale e della salvezza di un uomo singolo, vissuto 700 anni prima, cosa di quell’infinità di situazioni che si intersecano fra loro? Perché li ha colpiti quel riferirsi immediato alla realtà della vita?

Nelle pagine che seguono illustro in maniera sintetica il rapporto tra Dante e alcuni di questi poeti, quelli da me più assiduamente frequentati, consapevole di escluderne molti altri. Esamino il modo e le ragioni per cui si sono avvicinati al grande poeta e l’influenza della poesia dantesca sulla loro opera e, viceversa, l’evoluzione del loro pensiero critico su quella poesia.