Mi riesce arduo, oggi, festeggiare la Pasqua, mentre la guerra infuria in Ucraina, giovani muoiono su entrambi i fronti, la gente soffre asserragliata a Mariupol e in altre città bombardate, milioni di persone fuggono dalla loro terra. Mi pare più opportuno postare, allora, una poesia di Bertolt Brecht, che è dedicata alla Pasqua del 1938.

Le parole del poeta e grande autore di teatro tedesco, sanno di guerra e di precarietà, con una vena però di lirismo e di incantamento. Sono trascorsi 84 anni, da questo testo di Brecht, ma pare scritto oggi. «Sei sempre quello della pietra e della fionda…».

Pasqua è una tempesta di neve

Oggi, domenica di Pasqua, presto
Un’improvvisa tempesta di neve
si è abbattuta sull’isola.
Tra i cespugli verdeggianti c’era neve. Il mio ragazzo
mi ha portato verso un piccolo albicocco attaccato alla casa
strappandomi ad un verso in cui puntavo il dito contro coloro
che stanno preparando una guerra che
può cancellare
il continente, quest’isola, il mio popolo,
la mia famiglia e me stesso. In silenzio
abbiamo messo un sacco
sopra all’albero tremante di freddo.

Bertold Brecht, primavera 1938

Daniele Giancane