Può capitare e capita di sfogliare per caso qualche pagina ricca di pensieri, cesellata in un italiano ricercato e forbito che affascina. Può capitare e capita di imbattersi in qualche poesia strutturata in versi che catturano intimamente. E si è naturalmente portati a chiedersi chi ne sia l’autore. Può capitare e credo capiti piuttosto spesso che un cittadino molfettese, o più in generale un pugliese, posto di fronte a un testo di Enrico Panunzio, non sappia neppure chi ne sia l’autore. Eppure siamo di fronte a uno dei più illustri personaggi della città e della regione il cui contributo alla letteratura italiana non è cosa da poco.
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Per chi lo abbia conosciuto, senza dubbio Enrico Vito Panunzio è stato un personaggio originale, bizzarro, orgoglioso, scontroso, tagliente e stravagante, dal volto trifronte: un po’ romano, abbastanza francese e moltissimo pugliese, per le profonde radici peucete e magnogreche.
Dal momento che l’autore è più noto come narratore, in questa sede mi limiterò semplicemente a radunare alcuni grumi di appunti sulla sua vita e
soprattutto sulla sua produzione poetica.