Una mattinata nella settima arte.

Nel 1959 abbiamo due titoli che richiamano da vicino la Beat generation: grazie al regista e fotografo Robert Frank, che firma la pellicola “Pull My Daisy”, la vita dei poeti beatnik entra nel cinema già nel titolo, che richiama una poesia scritta da Ginsberg, Kerouac e Cassady alla fine degli anni ’40 con una tecnica originale (una persona scriveva il primo verso mentre l’altra scriveva il secondo e così via in sequenza) ma anche con la partecipazione dello stesso Kerouac (è sua la voce fuori campo) e di Ginsberg e Gregory Corso, che recitarono nel film in brevi camei.

L’atro titolo fu il noirThe Beat Generation” sempre del 1959 e diretto da Charles Haas che ha il vanto, grazie al produttore Albert Zugsmith, di aver “protetto” il termine “The Beat Generation“, usandolo proprio come titolo di questo film rappresentando la controcultura beat. Si tratta di due film underground, non certo dei capolavori, ma imprescindibili se parliamo di cinema e beat generation. Negli anni successivi la M.G.M. realizzò un film dal romanzo di Kerouac ” La nostra vita comincia di notte” tratto da “The Subterraneans – I sotterranei” ma si rivelò una grande delusione, criticata con veemenza soprattutto da Allen Ginsberg per come l’industria cinematografica americana tentasse di sfruttare la popolarità della cultura beat.

Ironia della sorte, “The Subterraneans” è probabilmente il primo film contemporaneo sui Beats, poiché sono stati realizzati così pochi film “Beat” (fino a On the Road – 2012), il fenomeno che si è verificato durante un periodo di rigida censura dello schermo negli Stati Uniti.
Quando la censura fu revocata nel 1967, i Beats erano stati soppiantati dagli Hippies.

Dobbiamo arrivare al 1987 con la pellicola “The Beat Generation: An American Dream” di Format per raggiungere una prodotto qualitativamente alto. Utilizzando filmati e interviste originali, questo film illustra il movimento della Beat Generation. Nelle loro interviste, personaggi come Ginsberg, Cassady, Kerouac e Corso discutono della falsa convenzionalità della società e del pericoloso mondo dei trattamenti shock e della conformità in cui si sono trovati.

E’ del 1999 invece la pellicola “The Beats – L’urlo ribelle”, incentrato sull’incontro e sul rapporto tra Kerouac, Ginsberg e Burroghs e che vanta le apparizioni di attori come Johnny Depp, Dennis Hopper e John Turturro. Del 2010 invece il film “Urlo” scritto e diretto da Rob Epstein e Jeffrey Friedman, che racconta la vita del celebre poeta Ginsberg interpretato da James Franco.

Del 2012 il già menzionato “Sulla strada” di Jack Kerouac diretto da Walter Salles mentre del 2013 il film “Giovani ribelli – Kill Your Darlings”, tratto dal romanzo scritto a quattro mani da Jack Kerouac e William S. Burroughs che racconta la nota vicenda dell’omicidio di David Kammerer.

Da una scena del film Giovani ribelli – Kill Your Darlings, 2013

Nel 2015 è stato invece realizzato il docufilm “Bomb! Burning Fantasy” di Matteo Scarfò, con Nick Mancuso, sulla vita e la poesia di Gregory Corso.
Una piccola nota personale: in questo viaggio nel cinema dedicato alla Beat Generation va detto che gran parte dei film realizzati, anche a fronte di un budget non indifferente, la maggior parte delle pellicole si siano poi rivelate un vero e proprio flop al botteghino. Che la poesia, anche quando incontra il cinema, resti sempre di nicchia?

Maurizio Evangelista