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Tag: Gabriele D'Annunzio

La poesia della nostra infanzia. GABRIELE D’ANNUNZIO: «Presepio».

D’Annunzio è (ma non è il solo: s’è visto anche per Carducci) multiforme, passa attraverso temi e registri diversissimi, dal languore sensuale alle forme auliche del linguaggio, sino a delicate poesie assai adatte all’infanzia o scritte direttamente per i più piccoli.

Le poesie della nostra infanzia. GABRIELE D’ANNUNZIO: «Falce di luna calante».

Riandando con la memoria a quando la grande poesia veniva proposta ai ragazzi, ci si accorge che sovente non si trattava di testi semplici, soprattutto per l’utilizzo di un linguaggio complesso e ricco di termini desueti o classici.

GABRIELE D’ANNUNZIO: «Pastori».

Ed eccoci giunti ad un’altra poesia che è certamente tra le più note e ‘fondative’ della poesia per l’infanzia – almeno sino agli anni Sessanta: «Settembre, andiamo».

È tempo di migrare» sta all’interno dei ‘versi archetipici’ di quella educazione al linguaggio poetico, assieme a «Mia madre ha sessant’anni e più la guardo e più mi sembra bella» o «I cipressi che a Bolgheri alti e schietti» che costituiscono la memoria di fondo, incancellabile.

GABRIELE D’ANNUNZIO e l’Abruzzo: «Settembre, andiamo»

Poche regioni hanno avuto, come l’Abruzzo, un grande poeta che le abbia cantate in maniera così partecipata e coinvolgente. L’Abruzzo ha avuto il Vate D’Annunzio, che dedicò all’Abruzzo diversi testi. Quello che riporto è universalmente noto.

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