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FEDERICO GARCIA LORCA: «Quando spunta la luna»

Ogni tanto, quasi come un refrain, pubblico un testo di Garcia Lorca, l’immenso poeta che pare (dice Carlo Bo) sempre ispirato, in ogni poesia. È assai raro trovare una poesia di Lorca che sia brutta o inconsistente e questo è una sorta di miracolo, perché tutti i poeti – ed anche i Grandi – hanno scritto versi memorabili e versi da cestinare.

FEDERICO GARCIA LORCA, il divino poeta di Fuente Vaqueros

Dopo tanti dibattiti, conversazioni, puntualizzazioni o esperienze letterarie, riposiamoci ogni tanto con la grande poesia, che è l’unica che ‘taglia la testa al toro’. Di fronte alla quale tutti restiamo abbagliati. E chi più del grande Federico ci incanta?

FEDERICO GARCIA LORCA: «La muchacha»

E di nuovo siamo con Federico Garcia Lorca, il poeta totale!

Il poeta del folklore ispanico, del surrealismo, del teatro violento ed espressionistico. Dell’immersione nella civiltà americana, della ‘barraca’ e della morte orrenda.

La grande poesia spagnola. La generazione del ’27: FEDERICO GARCIA LORCA, «Il fiume Guadalquivir».

Torniamo, tra un approfondimento e l’altro – e dopo la ‘sbornia’ di Rimbaud, che lascia sempre tramortiti – a Federico Garcia Lorca, come un refrain che ci commuove e ci incanta sempre.

Pablo Neruda disse di Lorca che «rideva, cantava, musicava, saltava, inventava, faceva scintille. Aveva tutti i doni del mondo».

Poesia per l’infanzia: FEDERICO GARCIA LORCA, «La sera»

Torniamo alla poesia per l’infanzia (in specie quella proposta ai ragazzi negli anni Cinquanta/Sessanta/Settanta). Oltre a testi di autori italiani, largamente preponderanti, v’erano però anche alcune poesie di autori stranieri.Testi che potrebbero ben essere riproposti oggidì.

Per esempio l’immenso Federico Garcia Lorca, la cui ‘vena’ ispiratrice è al confine tra surrealismo, morte, infanzia.

FEDERICO GARCIA LORCA tradotto in alcuni dialetti italiani.

Il saggio breve di Lorenzo Spurio, studioso del poeta andaluso1.

La grande notorietà di Federico García Lorca (1898-1936) e della sua opera nel nostro Paese è testimoniata non solo da una prolifica attività critica e da continue riedizioni – anche commentate – della sua opera, ma anche da alcuni esperimenti di lettura di diverso tipo, che meritano adeguato rispetto e approfondimento.

Mi riferisco – in relazione a quel suo carattere di poeta terrigno eppure universale – alla sua grande capacità di saper parlare e raggiungere popoli, gruppi umani, linguistici diversi, al pathos che trasmise nelle sue produzioni che i traduttori – non senza difficoltà – hanno cercato di rendere in idiomi altri rispetto allo spagnolo nativo del Poeta. È il caso anche dell’esigenza di percorrere la sua opera lirica in lingue dalla diffusione più limitata, localizzate in specifici ambienti di provincia, vale a dire i dialetti.

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