«C’è odore di distruzione» diceva Baudelaire e ieri sera al Barium, il teatro di Bari, se ne sentiva pregna l’aria.
Un’ opera teatrale amara dolorosa, che stringe mente e corpo in un malessere che attanaglia. Un demone era nell’aria, pregnante nella nuvola nera dell’Ilva, qualcosa che si respira nelle immagini proiettate sul telo bianco, nella voce di Alfredo Vasco che legge Dante, nella figura severa di Nicola Accettura, il dottore in bianco con la cartella in mano che legge percentuali e nomi terribili, incomprensibili, fantomatici numeri.