Lunedì 24 gennaio presso la Libreria Roma a Bari, si celebreranno i dialetti, ‘lingue’ straordinarie, anima del popolo, identità profonda. Così identitaria e radicata che neppure la massificazione dei linguaggi e l’imperversare dell’inglese li hanno scalfiti.
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Dalla Prefazione al testo
Questo non è un libro qualsiasi, un volume di racconti o di testi poetici in cui l’Autore mette a nudo la sua anima. Né un testo di saggistica, in cui freddamente lo studioso analizza un “oggetto” storico.
Giuditta Abatescianni, già autrice di diverse pubblicazioni – soprattutto di narrativa e anzitutto in dialetto barese – sceglie con acume letterario una ‘via di mezzo’: raccontare la sua esperienza di lavoratrice all’interno dellaManifattura dei tabacchi di Bari – ormai da parecchi anni dismessa – tra la testimonianza (spesso di prima mano, da spettatrice o protagonista degli eventi narrati), talché la ‘narrazione’ risulta agile e coinvolgente-emotivamente catturante – e al tempo stesso veritiera.
Bari. Nel popoloso quartiere Murat, durante gli anni cinquanta, in un vano ammezzato di via Quintino Sella abitava la maestra Rosa, diventata cieca dopo una grave malattia.
Viveva da sola, la guerra l’aveva lasciata orfana dei familiari, cosicché imparò presto a muoversi nell’unica stanza adibita a camera da letto, cucina e gabinetto sul balconcino all’interno.