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Parole in libertà di GIULIA NOTARANGELO su «Un mare ci unisce» a cura di DANIELE GIANCANE e AGIM MATO (n.108)

È stato amore a prima vista quello per questo piccolo libro dalla copertina con quell’immagine dagli orizzonti infiniti, con quelle rocce, macchiate qua e là da cespugli e alberi, con quel pellegrino seduto di spalle che guarda lontano … quegli animali accoccolati … Quasi canti di pastori erranti!

GIULIA NOTARANGELO legge «Mr.me» di MAURIZIO EVANGELISTA.

POETA

Ho provato
a sfondare
pareti
di parole

Ho cercato
la chiave
della tua
ricerca

di SENSO.

(1° giugno 2018) A Maurizio
G. NOTARANGELO, Quel che resta, Tabula fati 2018

GIULIA NOTARANGELO legge «L’inattesa letizia del giardino» di SANDRO MARANO.

Una poesia accattivante, una poesia che ti fa sentire a casa, viva, immediata, verde pur in una veste semplice, ma raffinata.

Una poesia ricca di ascendenze eppur originale, una poesia che riesce a coniugare sogno e realtà, ad amalgamare cuore e ragione, Natura, uomo ed Ecologia. E tutto avviene in maniera “lene” (Non è facile fare verde). In questo caso chi scrive riesce a rendere poesia lo slogan e il senso della sua Associazione di appartenenza, Fare Verde.

GIULIA NOTARANGELO legge «Per Luigi non odio né amore» di GIANNI ANTONIO PALUMBO (n.116)

Ben scritto, poliziesco (?), labirintico, ma non è tutto qui. Tanti ambienti circoscritti e una girandola di personaggi. Ogni capitolo è una storia a sé, quasi una monografia. Ci ho messo un po’ ad addentrarmi in questa lettura anche perché il giallo, come recita il frontespizio, è un genere che frequento poco.

GIULIA NOTARANGELO su «Attraversammo le porte del sogno» di DANIELE GIANCANE (n.116)

Mai dono fu più gradito. Già la premessa di Lord Byron è un programma. In poche elette parole condensa un profondo significato in un gioco tra ombre e realtà, ombre e creature della mente.

Attraversammo le porte del sogno è un titolo suggestivo che basta di per sé: include e allude. Lascia presagire qualcosa di insperato, di primigenio, di fiabesco: una fiaba appare l’incipit. È come una scenografia che man mano si compone, si definisce, si chiarisce, si apre, si allarga ed appare in viaggio/sogno Erevan, città capitale dell’Armenia.

GIULIA NOTARANGELO: «Come se il tempo», Tabula Fati (n.116)

Fedele al suo stile, denso, per nulla compiaciuto – che, a giudicare da certi riferimenti biografici e allusioni private, dev’essere anche uno stile di vita –, Giulia Notarangelo pubblica il suo secondo libro di poesia, Come se il tempo.

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