Idea Vilariño (1920 – 2009), poetessa di Montevideo, coinvolta in lotte politiche, è una sorta di icona, nel suo Paese.

Fu autrice di tre sillogi di poesie: Nocturno, Poemas de amor e Pobre mundo, che ebbero vasta risonanza.

I. VILARIÑO, Di rose che si aprono nell’acqua, Antologia a cura di Laura Pugno, Bompiani 2021

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Scrisse testi per canzoni e anche lei fu molto vicina alla cultura tanghera. Scrisse un saggio: El tango cantado.

Il testo che segue è certo malinconico, perché si riferisce al disfacimento del corpo (femminile, in questo caso, naturalmente), ad una acuta nostalgia per quando «ero armoniosamente modellata».

Spesso si fa retorica e anche qui molti diranno; ma anche l’età anziana ha i suoi pregi, eccetera, ma guardiamo le cose con sguardo spietato: si era giovani (e magari belli), la vecchiaia fa perdere quell’età dell’oro di roseti e notti assurde e serene. E forse per le donne è peggio, veder svanite la bellezza, le forme sinuose, gli sguardi incantati degli uomini. Idea rende appieno tutto questo, con linguaggio semplice, immediato, da compagna di strada.

Oye,
te hablo a duras penas,
con la voz destrozada.
Hace frío, estoy vieja
y nada vale nada.
Yo tenía un rosal lleno de rosas
y un vaso de miel clara
pero pensé pensé pensé,
y no me queda nada.
Yo me hundí en los días hondos, cálidos,
en mi alma perfumada,
en las noches absurdas y serenas.
Hoy me hundo en la nada.
Yo era tanto, tan bien, tan plenamente,
tan armoniosamente modelada,
y me deshice en piezas sin sentido
y casi no soy nada.
Ya no soy yo ni nadie.
Estoy deshecha, muerta,
no soy nada.
Pensé pensé pensé
y hoy ya no queda
más que esta pobre cosa destrozada.

* * *

Ehi,
ti parlo a fatica,
con la voce sfranta.
Fa freddo, sono vecchia
e a valer non vale nulla.
Io, avevo un roseto pieno di rose
e un bicchiere di miele chiaro
ma ho pensato pensato pensato
e non mi rimane nulla.
Io, sprofondavo nei giorni profondi, caldi,
nella mia anima profumata,
nelle notti assurde e serene.
Oggi sprofondo nel nulla.
Io ero molto, così ben, così pienamente,
così armoniosamente modellata,
e mi sono disfatta in pezzi senza senso
e non sono quasi nulla.
Io non sono più io né nessuno.
A pezzi, morta,
non sono nulla.
Ho pensato pensato pensato
ed oggi non rimane altro ormai
che questa povera cosa sfasciata.

Daniele Giancane