Il buddismo, si sa, è la religione che forse è più trasversale e presente, nel mondo occidentale. La sua saggezza universale è straordinaria e molte persone trovano in esso una via meravigliosa di salvezza.

Non starò qui a soffermarmi sui principi cardine del buddismo, sulle sue parole ‘magiche’: la consapevolezza (è vero: quante cose facciamo e diciamo sono automatiche e non consapevoli?).

Già raggiungere la consapevolezza ci fa vedere la vita in modo più intenso e foriero di crescita individuale); i discorsi di Budda, le quattro nobili verità, l’ottuplice sentiero, la compassione, vedere il lato positivo delle cose, rendersi conto che tutto è un’illusione e che la realtà non esiste (esiste solo il pensiero), il nirvana, l’intuizione conta più del ragionamento, sono tratti che hanno a che fare molto coi meccanismi della poesia.

Qui riporto un testo (e in seguito un altro) del monaco buddista Thich Nhat Hanh (1925), un grande maestro spirituale vietnamita, candidato al Nobel per la pace addirittura da Martin Luther King, incarcerato durante la guerra in Vietnam, esiliato, fondatore in Francia della comunità ‘Plum village’.

Thich Nhat Hanh con Martin Luther King

Autore di centinaia di testi (di suoi discorsi radunati dai tanti allievi). Riporto solo qualche titolo: Quando bevi il tè, stai bevendo nuvole; La mia casa è il mondo; Camminare con il Budda. Zen e felicità; Ascoltare il silenzio; Fare pace con se stessi.

È – come si vede – un mondo. Un mondo che sta dietro le sue poesie, apparentemente semplici come la seguente, in cui parla della morte del fratello con una tenerezza infinita, ma con sguardo aperto, per cui ogni cosa diventa sacra ed ogni anima rinasce nella natura.

SONO ANCORA QUI

Sono ancora qui, vivo, capace di sorridere quieto,
il dolce frutto maturato dall’albero della sofferenza.
Portando il cadavere di mio fratello,
attraverso i campi di riso, nell’oscurità.
La terra ti stringerà con forza tra le sue braccia, mio caro,
cosicché domani sarai trasformato in un fiore,
quel fiore che sorride tranquillo nel campo, stamane.
Allora non piangerai più, mio caro,
abbiamo attraversato una notte troppo profonda.

Stamane, sì, stamane mi inginocchierò sull’erba verde e scoprirò la tua presenza.
Fiori che portate il meraviglioso sorriso dell’ineffabilità
parlatemi in silenzio.

Posto adesso un secondo testo del monaco/poeta buddista Thich Nhat Hanh, anche questo di grande significato valoriale: promettimi – qualsiasi cosa accada – che non considererai mai l’uomo come tuo nemico. Tu devi avere una compassione ‘invincibile, illimitata, incondizionata’. Un amore infinito. È l’unico gesto sensato che puoi fare, che farà di te una persona speciale, amata da tutti i mondi (materiali e spirituali) dell’universo. Solo così il sole e la luna continueranno a splendere.

Thich Nhat Hanh

Certamente è il messaggio di tutte le religioni, sia pure con diversa modalità e diversamente applicato alle vicende storiche. Ma ciascun itinerario spirituale lo coniuga a modo suo: qui il monaco/poeta, sull’onda della dimensione zen, lo esplicita con una levità infinita, con la forza della ‘fragilità umana’ che però si può innalzare a vette sublimi, con una vena poetica straordinaria.

PROMETTIMI

Promettimi
promettimi oggi,
promettimi ora,
quando il sole è a perpendicolo
esattamente allo zenith,
promettimi.

Anche se
ti scagliassero contro
una montagna d’odio e di violenza,
anche se ti camminassero addosso calpestandoti
come un verme,
anche se ti smembrassero e ti sventrassero,
ricorda, fratello, ricorda:
l’uomo non è il nostro nemico.

L’unico gesto degno di te è la compassione:
invincibile, illimitata, incondizionata.
L’odio non ti farà mai affrontare
la bestia nell’uomo.

Un giorno, quando affronterai questa bestia da solo,
col tuo coraggio intatto e dolci i tuoi occhi,
imperturbato
(anche se nessuno li vedrà),
dal tuo sorriso
nascerà un fiore.
Ma quelli che ti amano
ti guarderanno
da 10mila mondi di nascita e di morte.

Di nuovo solo
andrò avanti con la testa china,
sapendo che l’amore è diventato eterno.
Sulla lunga, difficile strada,
il sole e la luna
continueranno a splendere.

Daniele Giancane